04/08/2017

Cronaca

Il caldo inaridisce anche gli alpeggi e la Coldiretti chiede di anticipare la transumanza del bestiame

Canavese

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Gli alpeggi piemontesi e canavesani sono a rischio a causa della prolungata siccità causata dall’anticiclone di origine africana e che sta stringendo l’economia agricola e montana in una morsa che sta causando miliardi di euro di danni. Non sono solo a rischio le colture ma il gran caldo minaccia anche quasi duemila pascoli che, per carenza di acqua, non consentono ai capi di potersi nutrire a sufficienza,  tanto che gli allevatori potranno essere costretti di tornare e valle con grande anticipo. La Coldiretti Torino evidenzia una situazione che definire drammatica sembra un puro esercizio eufemistico e ha chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, di assumere azioni urgenti per consentire ai pastori la transumanza anticipata delle mandrie senza che questo possa in qualche modo inficiare l’erogazione dei premi comunitari che spettano ai pastori.

La transumanza anticipata potrebbe riguardare decine di migliaia di capi tra bovini e pecore. Il clima siccitoso di agosto ed in generale del periodo estivo, che sta perdurando anche ad inizio settembre, mette in crisi gli allevatori poiché nei pascoli vengono a mancare l’erba e l’acqua.

“Data la situazione climatica, si rende necessario demonticare anticipatamente per evitare danni al bestiame – evidenzia Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – poiché negli alpeggi la siccità sta rendendo difficile l’abbeveraggio e l’erba secca favorisce lo scivolamento dei capi che rischiano di ferirsi. Per questo abbiamo chiesto all’Assessore Giorgio Ferrero di attivare le procedure necessarie al riconoscimento delle cause di forza maggiore e delle circostanze eccezionali per evitare che i nostri allevatori si vedano anche addebitate sanzioni ingiuste”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Delegato Federale della Coldiretti torinese Bruno Rivarossa che afferma come sia necessario avviare “tali procedure per evitare che gli allevatori, oltre al danno subito, si ritrovino ad avere anche ulteriori problematiche burocratiche che, per qualsivoglia motivo, vadano ad incidere ancora più negativamente sulla già grave situazione”.

 

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