
Canavese: l’Uncem chiede ai parlamentari di abolire la penalizzante norma del pareggio di bilancio

L’Uncem, l’unione nazionale dei Comuni, Comunità ed Enti Montani del Piemonte non ha dubbi: le misure della legge di bilancio statale del 2017 in favore degli enti locali deve abolire la norma, definita “assurda”, del pareggio di bilancio. Una norma che, a giudizio dell’Uncem, frena lo sviluppo e la possibilità di effettuare investimenti dato che costringe gli amministratori a non poter utilizzare l’avanzo di amministrazione. Sulla scorta di queste convinzioni l’associazione ha inviato una nota a tutti i parlamentari piemontesi in cui si chiede l’abolizione dell’obbligo del pareggio di bilancio. “Solo grazie a un intervento regionale, che nel 2016 ha aperto dei margini, i piccoli Comuni con meno di mille abitanti – spiega Lido Riba – hanno sbloccato porzioni di bilancio altrimenti bloccate. Ma ora lo Stato deve rimediare a questo errore fatto due anni fa modificando il patto di stabilità. Il pareggio di bilancio è peggiore e limita gli investimenti, penalizzando i Comuni virtuosi”.
E non è tutto: lo sblocco delle assunzioni nei comuni montani, e il Canavese rientra a pieno diritto in questo contesto, è ritenuto un passo fondamentale da compiere per poter compiere i necessari innesti di nuovo personale in modo che gli enti locali possano offrite ai cittadini i servizi pubblici più adeguati alle moderne esigenze. “Se non innestiamo negli Enti locali nuove forze, giovani e motivate, preparate e cariche di idee – prosegue il presidente Uncem Piemonte – i Comuni non andranno lontano. Mancano ragionieri, merce rarissima ormai, mancano tecnici e progettisti europei. Mancano molte competenze che solo con lo sblocco delle assunzioni possiamo avere”.
E ancora: il presidente dell’Uncem Lido Riba sottoporrà ulteriori specifiche a breve ulteriori note sulla legge di bilancio anche al Ministro per le Autonomie e gli Affari regionali Enrico Costa oltre che al Viceministro Andrea Olivero, chiedendo a entrambi di lavorare affinché si possano introdurre al più presto nelle aree montane le “zone a fiscalità di vantaggio”, per consentire a chi vive e lavora, a chi avvia una start up o gestisce negozi e imprese nelle Terre Alte, una stabile incentivazione al fine di bloccare spopolamento e impoverimento dei territori.