09/02/2017

Cronaca

Studente quattordicenne di Ciriè vittima dei bulli che lo hanno perseguitato e picchiato con la cinghia

Ciriè

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Picchiato, umiliato e preso a cinghiate: un ragazzo di 14 anni ha dovuto subire le violenze e le angherie di un gruppo di “bulli” con i quali condivide la medesima aula. Sull’angosciante vicenda della quale è protagonista un adolescente residente a Ciriè, sta attualmente indagando la procura dei minori presso il tribunale di Torino. Il ragazzino, che ha raccontato tutto ai carabinieri, frequenta la prima classe superiore. Una classe “irrequieta” a causa di un “branco” di bulli, quattro in tutto, anch’essi quattordicenni, tutti appartenenti a famiglie “bene” che per mesi hanno perseguitato, minacciato e picchiato il ragazzo. Stando alle testimonianze raccolte dai carabinieri, in un’occasione lo studente sarebbe stato picchiato con una cinghia mentre i suoi persecutori gli sputavano addosso. Adesso i presunti “bulli” dovranno difendersi dalle accuse di minacce, ingiurie, atti persecutori, tentata rapina e lesioni personali.

E’ stato lo scorso anno, poco prima dell’inizio delle vacanze estive, che è per l’adolescente è iniziato un incubo vero e proprio. Prima le prese in giro poi le ingiurie e, infine, gli spintoni. Lo studente per settimane non ha parlato con nessuno degli atti di “bullismo” dei quali era vittima. Il poveretto sperava in cuor suo che la persecuzione sarebbe terminata con la chiusura della scuola per il periodo estivo. Non è stato così. Il “branco” lo avrebbe seguito e perseguitato anche in seguito.

Nel mese di agosto durante una serata trascorsa in birreria i compagni di scuola gli dissero, ridacchiando, di aver messo degli escrementi nell’hot dog, quando il ragazzo sarebbe uscito per un attimo dal locale. L’adolescente cercò di abbandonare il gruppo ma iniziarono le minacce. Poi l’ultimo, grave, episodio: le botte e le cinghiate alla ripresa delle lezioni. A quel punto il ragazzo ha deciso di raccontare ogni cosa, prima ai carabinieri e poi ai carabinieri e di denunciare i giovanissimi “bulli” perbene. E il racconto si è concretizzato in una denuncia che ha dato il via a un’indagine finita sul tavolo della procura per i minori di Torino.

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