08/09/2015
Cronaca
Strambino, per la morte di Anna Schnirereva s’indaga per un possibile omicidio
Strambino
/Il mistero che avvolge la tragica morte della 32enne slovacca Anna Schnirereva si infittisce sempre di più. L’autopsia disposta dalla procura di Ivrea ha accertato che la donna è annegata nel laghetto artificiale Cignetti, ricavato nell’ex cava in frazione Crotte a Strambino. Ma la dinamica dei fatti non convince i magistrati che adesso ipotizzano il reato di omicidio contro ignoti.
Le indagini, a questo punto, assumono una piega diversa. Al momento, com’è stato più volte sottolineato, ancora nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. Ma le perplessità degli inquirenti crescono proporzionalmente all’approfondita analisi dei fatti. Dubbi ai quali è necessario dare risposta, per stabilire che cosa sia realmente successo dieci giorni fa in quel laghetto. La procura di Ivrea ha rilasciato il nullaosta per i funerali in programma per oggi alle 15 presso la chiesa di San Grato e ai quali presenzieranno il genitori e i fratelli di Anna. Qualche elemento in più per le indagini in corso, potrebbe arrivare dal risultato degli esami tossicologici eseguiti sul corpo della giovane.
L’autopsia non ha rivelato nulla di eclatante se non il decesso per annegamento. Sarà il lavoro degli inquirenti a squarciare il velo che avvolge questa vicenda nebulosa. Sotto accurato esame sono le tre versioni fornite dal custode del laghetto e le evidenti contraddizioni nel quale è caduto. Di certo si sa che Anna Schnirereva tanto in tanti faceva l’escort quando aveva bisogno di soldi. La notte precedente la sua morte, la donna avrebbe trascorso la notte con il custode che aveva conosciuto il giorno prima del decesso. Sembra anche abbiano fatto il bagno insieme nel laghetto nella giornata di sabato e domenica. E pare che Anna fosse ubriaca quando ha fatto l’ultimo bagno nelle cristalline acque dello specchio d’acqua di Crotte.
La pista del malore rimane ancora in piedi, ma ci sono diversi punti da chiarire. Ad esempio: domenica, il giorno della morte: il custode che non è indagato, telefona al 118 alle 17,00 del pomeriggio. Ossia diverse ore dopo l’annegamento. Che cosa è successo in quel lasso di tempo? Perché la telefonata è stata effettuata dopo il presunto incidente? Spunta poi una terza persona che sarebbe stata chiamata dal custode. L’uomo è stato assalito da panico e ha chiesto aiuto a un’altra persona? E a cosa sono dovute le molteplici contraddizioni relative al racconto delle ultime ore di vita della giovane slovacca, che, va ricordato, alla fine dello scorso mese di luglio aveva già tentato il suicidio? Gl’investigatori e la procura che coordina le indagini, non trascura nessun elemento. Quel che conta è fornire una risposta ad un presunto incidente sul quale pesano molti, troppi dubbi.
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