11/05/2018

Sanità

Ricerca su una innovativa cura dei linfomi non Hodgkin. L’Asl T04 eccelle in campo internazionale

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E’ stato pubblicato nella prestigiosa rivista di livello internazionale “Annals of Hematology” un lavoro sulla valutazione della sicurezza e dell’efficacia di una cura innovativa per i linfomi non Hodgkin ad alto rischio. Lavoro che vede come primo autore la dottoressa Chiara Ciochetto, dirigente medico della struttura di Ematologia dell’Asl T04, insieme al dottor Roberto Freilone, responsabile della stessa struttura, e che è frutto della collaborazione con l’Ematologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, diretta dal professor Vitolo.

I Linfomi non Hodgkin (NHL) sono tumori che coinvolgono il sistema linfatico e che risultano curabili nel 50-80% dei casi con le attuali strategie terapeutiche basate su chemio-immunoterapia. Nonostante questo importante miglioramento della prognosi, rimane un 20-50% di pazienti che non raggiungono una risposta completa o che recidivano. In tali casi la terapia standard è rappresentata dall’autotrapianto di midollo, che però non è risolutivo per tutti i pazienti.

Recentemente sono stati riportati dati incoraggianti in termini di efficacia con l‘impiego di una terapia innovativa, un anticorpo monoclonale radio coniugato, seguita da chemioterapia ad alte dosi e da autotrapianto di midollo. Questa cura, per gli utenti seguiti dall’Ematologia dell’Asl T04, è svolta in rete con l’Ematologia e la Medicina Nucleare del Presidio Ospedaliero Molinette; peraltro, essendo il nuovo farmaco un prodotto radioattivo, deve essere somministrato per via endovenosa in un’unica dose in un ambiente protetto presso la Medicina Nucleare del Presidio Ospedaliero torinese.

Il gruppo dell’Ematologia del professor Vitolo, con la collaborazione dell’Ematologia dell’Asl T04, ha quindi condotto uno studio retrospettivo per valutare sicurezza ed efficacia del farmaco a base di anticorpo monoclonale radio coniugato seguito da chemioterapia ad alte dosi e da autotrapianto di midollo in pazienti con linfoma ad alto rischio. L’alto rischio è definito come progressione di malattia, plurime recidive o recidiva precoce inferiore ai dodici mesi dalla prima terapia. Da ottobre 2006 a gennaio 2013 sono stati inclusi nello studio 37 pazienti con linfoma a differente istologia ad alto rischio. Il tasso di risposta globale al termine dell’intera terapia è stato molto elevato, pari all’87% (di cui il 59% di remissione completa della malattia) a fronte di una bassa tossicità. Lo studio ha dimostrato un vantaggio nell’utilizzo del farmaco innovativo rispetto al solo autotrapianto di midollo, specie nel sottogruppo di pazienti con recidiva precoce in cui la sopravvivenza è stata dell’83% contro il 22%.

Commenta il Direttore Generale dell’Asl T04, Lorenzo Ardissone: “Lo studio, oltre all’elevata valenza scientifica, è la dimostrazione dell’importanza di un lavoro di rete tra l’Ematologia della nostra Azienda e quelle dell’Area Metropolitana, nel caso specifico quella diretta dal professor Vitolo, al fine di garantire la massima assistenza e il miglior beneficio clinico per i nostri cittadini affetti da linfoma”.

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