E’ terminata con una fumata nera la trattativa, svoltasi nella sede di Confidustria Canavese, che riguarda i 322 esuberi (su 538 dipendenti) dichiarati dalla Olivetti.
Sindacati e azienda sono arrivati al muro contro muro e il confronto, a questo punto, riprenderà a settembre. Il clima è rovente a Ivrea, ma la temperatura di questa torrida estate, non c’entra nulla con l’ultimo atto di uno smantellamento annunciato. Di fatto l’Olivetti, quella di Adriano, il grande imprenditore utopista che diede vita, a costo di essere sospettato di attivismo comunista, ad una perfetta integrazione tra fabbrica e città, non è esiste più.
Il problema adesso riguarda i 322 dipendenti che sono in più rispetto alle esigenze dichiarate dalla società che è stata integrata per incorporazione dalla “Telecom Italia Digitals Solution” che dovrebbe partire con un organico di 430 dipendenti. L’azienda è stata chiara fin dall’inizio sul modo in cui intende gestire gli esuberi: 220 dovrebbero passare alla Telecom: per gli altri 132 nel futuro ci sono mobilità e pensionamento. Sull’applicazione del piano industriale, già ampiamente discusso e respinto dalle Organizzazioni sindacali, Telecom non cede di un millimetro e in confronto con i sindacati dei metalmeccanici si è fato così aspro da non far intravvedere neanche un piccolo spiraglio di una possibile soluzione positiva.
Certo il marchio Olivetti, assicura il management, non sarà cancellato ma l’azienda è ridotta ai minimi termini, come sottolineano gli esponenti sindacali territoriali. D’altro canto Telecom ha calato sul tavolo tutti i suoi assi: il piano industriale non si tocca. La produzione di stampanti postali e bancarie continuerà e il settore non sarà svenduti almeno fino a quando non si troverà una soluzione per valorizzarlo.
La controparte è di tutt’altra opinione. A giusizio dei sindacati questo costituirà il colpo finale inferto all’attività residua dell’Olivetti perché in realtà non esistono prospettive future. I sindacati sono altresì convinti che tutto gran parlare di ripresa economica e occupazionale in realtà tutto fumo negli occhi. Di certo c’è che se accordo vi sarà, questo è ancora molto, molto lontano.
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