19/11/2016

Cronaca

Discarica di Vespia, interviene la Lega Nord : “La tecnologia degli impianti è troppo obsoleta”

Castellamonte

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L’esponente della Lega Nord Canavesana Franco Papotti interviene in merito alle recenti notizie sulla chiusura provvisoria della discarica di Vespia. “Si impone una seria riflessione sulla necessità di gestire correttamente il “post-mortem” delle discariche, evitando il discutibile balletto di chiusure e riaperture provvisorie – commenta –. E’ chiaro che la mancanza di chiarezza e la provvisorietà delle decisioni non fanno altro che alimentare dubbi e perplessità tra la popolazione. Il problema del cosiddetto percolato è quello di più immediata percezione, ma è chiaro che le necessità di salvaguardia dell’ambiente e di riqualificazione dei siti sono decisamente più complessi e andrebbero affrontati già durante il periodo di utilizzo delle discariche. A ciò si deve aggiungere l’importanza dell’accantonamento delle risorse economiche necessarie per affrontare correttamente le varie fasi di vita della discarica”.

Ma la questione rientra in un contesto ancora più ampio che riguarda l’intera politica adottata in materia di rifiuti dall’attuale Città metropolitana, e prima dalla Provincia, che si è rivelata insufficiente e che necessita di una serie di correttivi. “La tecnologia degli impianti in uso è spesso obsoleta e li rende inadeguati rispetto al piano dei fabbisogni del territorio di Torino e Provincia – aggiunge Papotti -. Nel recente passato si sono spesso verificate situazioni in cui gli impianti esistenti non sono stati in grado di smaltire tutti i rifiuti prodotti, con la conseguenza che si è dovuto spendere denaro pubblico per trasferire le eccedenze in impianti di smaltimento ubicati fuori regione. Questa situazione, oltre ad essere in contrasto con l’esigenza di smaltire i rifiuti nell’ambito del territorio da cui essi provengono, denota l’insufficienza del sistema metropolitano”. A giudizio dell’esponente legista le tecnologie da tempo già adottate in altre realtà nazionali ed internazionali, permettono di trasformare i rifiuti in energia pulita ed a costi decisamente contenuti. “Finchè non si cambia impostazione e non si comprende che il rifiuto non è l’ultimo anello di una catena produttiva – conclude Franco Papotti -, ma in realtà è il primo di una nuova attività produttiva, sarà molto difficile adottare le giuste politiche necessarie per la corretta tutela dell’ambiente e per trasformare i nostri rifiuti in una risorsa”.

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