30/11/2016
Cronaca
Caterina Abbattista lascia Oglianico e si trasferisce a Gassino. Troppo vicina alla famiglia della vittima
Oglianico
/Ha scelto di andare a scontare gli arresti domiciliari nella casa di Gassino Torinese, quella che il suo ultimo facoltoso compagno di vita, Silvio Chiappino, le aveva regalato. La stessa elegante villetta che per i nove decimi è intestata a Gabriele Defilippi, in carcere con l’accusa di aver assassinato in concorso con l’ex amico-amante Roberto Obert di Forno Canavese, la professoressa Gloria Rosboch. Caterina Abbattista, 45 anni, lascia a casa della sorella che si trova ad Oglianico, un centro abitato troppo vicino a giudizio della procura di Ivrea, a Castellamonte,
paese in cui abitano gli anziani genitori della povera insegnante e che mal sopportavano la vicinanza della donna. Caterina Abbattista dovrà ancora rispondere dell’accusa di omicidio in concorso. La decisione di tornare nella villetta che sorge nella collina torinese, è stata determinata dal desiderio di sottrasi alla folla di curiosi e alla pressione mediatica che circondava la casa della sorella. E poi c’è il fatto che al figlio minore, fratellastro di Gabriele, che la donna può vedere tutti i giorni dopo l’accordo raggiunto tra i suoi legali e quelli del padre del bambino, la pressione mediatica avrebbe potuto creare ulteriori disagi psicologici.
Intanto per la proroga della conclusione delle indagini di sei mesi richiesta dalla procura eporediese, scadrà tra alcuni giorni. A quel punto non ci sarà più spazio per i cavilli: pubblica accusa e difesa dovranno affrontarsi a viso aperto, basandosi sui dati di fatto emersi nel corso delle complesse indagini. Per Gabriele Defilippi, 21 anni, e il maturo amante Roberto Obert, 56 anni, i rispettivi legali potrebbero richiedere il rito abbreviato, il procedimento di giudizio che comporterebbe uno sconto di pena, allontanando in queesto modo la concreta possibilità della condanna all’ergastolo. Spettera al Gip decidere se approvare o meno la richiesta.
Per quanto invece concerne la posizione giudiziaria di Caterina Abbattista, gli avvocati difensori Tommaso Levi e Giampaoloo Zancan, nutrono la malcelata speranza che nei confronti della loro assistica cada l’accusa di omicidio in concorso. Se così fosse, sostengono i due legali la procura eviterebbe di commettere un errore clamoroso. Nei prossimi giorni o si verificherà una svolta deciciva o madre, figlio e amante, andranno alla sbarra per rispondere in un reato gravissimo commesso per motivili futili.
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