11/07/2016

Cronaca

Caselle: l’architetto rovinato dalla ‘Ndrangheta minaccia lo sciopero della fame

Caselle

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La decisione è stata irrevocabilmente presa e illustrata nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo alle 12,00 di lunedì 11 luglio nel dehor del Caval ‘d Brons in piazza San Carlo a Torino: se entro domani (martedì 12 luglio) non saranno ascoltati dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inarcassa, inizieranno lo sciopero della fame a oltranza. Mauro Esposito, il testimone di giustizia che ha denunciato la ‘Ndrangheta, noto architetto con studio a Caselle e che deve pagare entro pochi giorni oltre un milione di euro al fisco e all’ente previdenziale dei professionisti senza alcuna dilazione, il consigliere regionale del Pd Antonio Ferrentino, il senatore e membro della commissione antimafia Stefano Esposito e l’imprenditore calabrese Pino Masciari, uno dei primi testimoni di giustizia e che dal 1997 vive sotto scorta e dall’onorevole Pd Davide Mattiello sono stati più che chiari e decisi a mettere in atto la protesta.

Sia l’Inarcassa che l’Agenzia delle Entrate chiedono al titolare della M.E. Studio srl di Caselle, il versamento immediato di vecchi versamenti, negandogli la possibilità di rateizzare il debito e applicando, in particolar modo, interessi e more. “Che sia stata la ‘Ndrangheta a rovinarmi non conta nulla – ha spiegato l’imprenditore -. Anzi per tutta risposta si aferma che non esiste nessun legale tra la vicenda penale che mi ha visto come testimone e quella della mia società”.

Il senatore Stefano Esposito è stato esplicito nel sottolineare che la vicenda che riguarda Mauro Esposito “spiega bene il trattamento che lo Stato e la sua assurda burocrazia riservano a una persona che ha messo in gioco la sua vita per denunciare un’organizzazione criminale”. Il professionista, a causa dell’applicazione di una vecchia legge fascista, che sanciva che le società di ingegneri e architetti non avrebbero potuto lavorare per i privati, dovrà restituire le parcelle incassate.

Un danno di milioni di uro che lo hanno costretto a chiudere una fiorente impresa in Oman e a dimezzare il numero dei dipendenti anche se, paradossalmente, il lavoro non mancherebbe. Mauro Esposito ha chiesto aiuto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ha anche chiesto di essere convocato e ascoltato dalla commissione antimafia. In caso contrario, da domani, esponenti politici e testimoni di giustizia daranno vita alla protesta.

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